domenica 26 giugno 2011

Marcella

Mi accorgo che ogni tanto scrivo di Marcella e non ho mai spiegato chi è.
Marcella - detta Marce, ma non da me - è un fantastico personaggio, mezza acquisition editor e mezza baby-sitter - che la casa editrice mette alle calcagna degli autori novellini come la sottoscritta.
Materna, disponibile, con un accento toscano che mette simpatia solo a sentirlo, ti dà sempre ragione e, mentre lo fa, ti convince che invece ha torto marcio.
Io mi fido di lei, perché fa questo lavoro da un sacco di anni, e perché da come parla di libri si capisce che ne sa una più del diavolo in materia. E' bravissima, e sono grata che lavori con me.
E' solo dopo, quando metto giù il telefono e mi rendo conto che, una volta di più, finirò col fare esattamente come vuole lei, che mi viente un tantino di gastrite. Tutte le volte.

Non la chiamerò mai Marce. Per me lei è Marcerommel, la Volpe del Deserto Editoriale.

domenica 12 giugno 2011

Ira Funesta

Ma che cosa ho fatto di male?!
Apparentemente non avevo ancora finito, con la dannata copertina... Non bastava il tramonto di sangue con gli scamiciati di Delacroix, no: venerdì mi arriva la bozza del risvolto, e mi sarei mi sono messa a piangere.
Perché io non avevo capito, ma ci sarà una sovraccoperta - e già questo mi dà il mal di stomaco, perché detesto le sovraccoperte with a passion, ma non è ancora niente.
La ciliegina sulla torta è il risvolto. Chiunque l'abbia scritto, descrive Strada Nuova come "un'appassionata storia d'amore sullo sfondo epico dei moti risorgimentali..." e via delirando per trecentocinquanta parole.
Orrore!
I miei personaggi descritti come i protagonisti di una soap opera - e in realtà, se c'è qualcosa Strada Nuova proprio non è, è un romanzo sentimentale.
Ira funesta.
E allora ho telefonato a Marcella con tutte le buone intenzioni di essere ragionevole, ma poi mi sono arrabbiata da morire - tanto che Marcella è rimasta un po' allibita.
A ripensarci adesso mi viene un po' da ridere. E' che non mi arrabbio spesso, e allora quando succede la gente rimane spiazzata. Persino Marcella, mentre facevo fuoco e fiamme e ripetevo che quel cumulo di ovvietà zuccherose non aveva niente a che fare con il mio libro.
Naturalmente poi lei non è rimasta spiazzata a lungo. Come capita sempre in questo genere di cose, mi ha detto che in teoria ho ragione, e in pratica la maggior parte della gente non compra volentieri un libro di quattrocento pagine se non pensa che ci sia dentro una bella storiellona d'amore.
Bisogna invogliarli, i lettori.
- E tu, che sei una commerciante, dovresti saperlo. -
A me il commercio non piace particolarmente, e adesso comincio a non essere sicurissima che mi piaccia nemmeno il mondo dell'editoria. Se non altro, alla casa editrice non devo starci otto ore per day.
- E se non altro hanno visto che non sei poi così cedevole e accondiscendente, ed è tanto di guadagnato," dice mia madre.
Sarà, ma il sugo della storia è che la dannata sovraccoperta andrà in stampa esattamente com'era.
Ripeto: che cosa ho fatto di male? Che sia la punizione divina per le quantità di Risorgimento che in questi anni ho inflitto a famigliari e amici alla minima provocazione - e spesso anche senza?